Non possiamo dimenticare gli avvenimenti dell’olocausto e oggi, 27 gennaio,nella Giornata della Memoria, il team di FascedaCapitano vi racconta, in questo articolo, il legame singolare tra due squadre di calcio molto famose: Ajax e Tottenham.
Ajax e Tottenham: caratteristiche delle squadre
L’Amsterdamsche Football Club Ajax o semplicemente Ajax, dal 1911, è la squadra più titolata del paese in ambito nazionale, avendo vinto 34 campionati, 19 Coppe dei Paesi Bassi e 9 Supercoppe dei Paesi Bassi diventando la squadra olandese più decorata in ambito internazionale e una tra le più vittoriose al mondo, potendo vantare 4 Coppe dei Campioni/UEFA Champions League, una Coppa delle Coppe, una Coppa UEFA, 2 Supercoppe europee e 2 Coppe Intercontinentali. Inoltre, è stata la prima olandese a centrare il treble classico (campionato, coppa nazionale, Coppa dei Campioni/Champions League) nella stagione 1971-1972.
Il Tottenham Hotspur Football Club, più semplicemente Tottenham nasce nel 1882 nell’omonimo sobborgo londinese sito nel borgo di Haringey. Vincitore della Coppa d’Inghilterra nel 1900-1901, del campionato e coppa nazionale nel 1960-1961 e nella successiva vince nuovamente FA Cup. Mentre, in ambito nazionale, ci sono: 2 campionati, 8 Coppe d’Inghilterra, 4 Coppe di Lega e 7 Supercoppe d’Inghilterra (di cui 4 condivise) e in ambito continentale, la conquista di una Coppa delle Coppe nel 1962-1963 e di 2 Coppe UEFA, nel 1971-1972 e nel 1983-1984.

Ajax e Tottenham: l’origine delle loro tifoserie ebree

Può sembrare singolare la comparsa singolare della Stella di David quando giocano l’Ajax o il Tottenham ma, non è così.
Per quanto riguarda l’Ajax, la simbologia ebraica è utilizzata da molti ultrà i quali, chiamati “Super Jews”, espongono stelle di David tatuate, bandiere e intonano cori in ebraico come l’Hava Nagila. Non a caso, Amsterdam, prima della seconda guerra mondiale, era soprannominata la “Gerusalemme occidentale” perché abitava una comunità estesa e molto forte di ebrei la cui maggioranza era tifosa proprio dell’Ajax. Dal dopoguerra in poi, soprattutto dagli anni ’60, l’Ajax ha avuto presidenti, dirigenti, finanziatori e giocatori ebrei, tra cui Jaap van Prague (venditore di dischi divenuto presidente nel 1964) a cui è succeduto suo figlio Michael; poi Uil Coronel, Maup Caransa, Bennie Muller e Sjaak Swaart, per non parlare di Salo Muller, un fisioterapista amatissimo da giocatori e fan. Solo in questi anni, il club è divenuto un fattore di identificazione per la comunità ebraica della capitale olandese che, pur costituendo una minoranza della tifoseria, ne ha egemonizzato la curva.
Anche il Tottenham ha un background simile a quello olandese. Pur essendo un club di calcio inglese, agli inizi del Novecento, si concentrò l’immigrazione ebraica nei quartieri dell’East End, che per integrarsi, avevano iniziato a tifare la squadra calcistica mostrando tra gli spalti inglesi le bandiere con la Stella di Davide e intonando i cori che rimandavano alla tradizione ebraica. Successivamente, durante gli anni Settanta e Ottanta, i tifosi del Tottenham adottano la stessa identità dell’Ajax: una reazione alle offese antisemitiche subite. Il problema sta nella scelta del nome della tifoseria: “Yid” quale termine offensivo per gli ebrei occidentali; ciò nonostante, è una dimostrazione del senso di orgoglio verso la storia della propria squadra perché ad essere ebreo è lo stesso presidente del Tottenham, Daniel Philip Levy. Comunque, il Tottenham non si è mai schierato contro l’uso della cultura ebraica da parte dei suoi supporter, arrivando a difenderli.