Siamo già alla metà del primo anno calcistico senza la fascia da capitano personalizzata per i giocatori di Serie A. Più di sei mesi fa la notizia aveva sconvolto i venti club appartenenti a tale campionato, i loro tifosi e i loro giocatori, ma in particolare i capitani che da quel momento non potevano più indossare quelle bellissime fasce personalizzate che per anni hanno contornato il braccio di molti capitani.
Di esempi eccellenti ne abbiamo, il più recente è sicuramente Alejandro Gomez, più conosciuto come Papu Gomez, nonché capitano dell’Atalanta. L’argentino ha mostrato ai suoi fan nel corso dei due anni da capitano nella maglia blu nera alcune delle più belle fasce personalizzate che si siano mai viste. Fasce che parlassero di lui, della sua vita, dei suoi interessi e dei suoi impegni.
Proprio per questo, il capitano si è trovato in disaccordo con il comunicato ufficiale della Lega di Serie A e non ha avuto paura di mostrare la sua delusione a riguardo, prima in un lungo post di Instagram (in cui spiegava l’importanza per lui, e per molti altri capitani, della fascia personalizzata) e poi presentandosi alla prima partita di campionato senza la fascia prevista dalla Lega di Serie A. Stesso atteggiamento preso dal capitano della Roma Daniele De Rossi. La Lega non ha però preso sanzioni a proposito ma ha avvisato i club con un secondo comunicato.

I comunicati ufficiali della Lega di Serie A
Il primo, risalente al 18 agosto 2018, presentava la nuova fascia, unica e valida per tutti: bianca con i bordi blu, il nuovo stemma della Serie A e la scritta CAPITANO in stampatello blu.
L’ispirazione per la Serie A arriva dalla fascia di capitano della Premier League, massima serie del campionato di calcio inglese che da diverse stagioni ha adottato una fascia universale per i capitani di tutti i club. Anche per gli inglesi la scelta è ricaduta su una fascia lineare e basica con una semplice scritta CAPTAIN.
Dopo lo sgarro della prima partita dei capitani della Roma e dell’Atalanta, con il secondo comunicato la Lega di Serie A ha voluto sottolineare due importanti concetti, ovvero l‘obbligo a indossare quanto previsto e la sanzione imposta in caso di violazione del regolamento.
- Il capitano, in ciascuna delle gare delle competizione organizzate dalla Lega, deve portare, quale segno distintivo, esclusivamente una fascia fornita dalla stessa Lega. (art. 11 c.1)
- La Lega si riserva la facoltà, in occasione di eventi speciali, di proporre la realizzazione di fasce da capitano celebrative. (art. 11 c.2)
- Disporrà rigorosi e assidui controlli in occasione delle gare ufficiali. Tali controlli avranno lo scopo di verificare, tra l’altro, se le divise di gioco utilizzate siano conformi a quelle depositate e autorizzate. (art. 13)
Non per tutti è un addio
Pare quindi che per ora e, vista la serietà della decisione, per molto altro tempo i giocatori di serie A debbano rinunciare alla personalizzazione delle loro fasce. Fortunatamente però sono gli unici: i giocatori delle serie minori potranno continuare a creare delle fasce personalizzate e indossarle orgogliosamente in campo. La scelta della grafica può ricadere su eventi o ricorrenze o semplicemente su parole e disegni che nascondono un importante messaggio per chi la indossa.
Non sarà sicuramente questo il momento in cui rinunceremo alla playstation di Papu Gomez, ai motti in dialetto veneto di Sergio Pellissier o al Colosseo di Francesco Totti, semplicemente vedremo queste fasce su altre braccia, meno famose e meno pagate, ma che sperimentano altrettanto amore e passione per il mondo del calcio.
