Colui che in campo indossa la fascia al braccio, colui che della squadra è il punto di riferimento: ecco ciò che rappresenta nel calcio la figura del capitano.

Il calcio è uno tra gli sport più seguiti al mondo e di tifosi della propria squadra del cuore ce ne sono a migliaia. Gioco dalle mille sfaccettature, quello del pallone vede al suo interno un regolamento ben definito così come tanti ruoli e tante figure. Proprio tra queste figure a spiccare è indubbiamente il capitano, il giocatore cioè che porta effettivamente la fascia, uno strumento di riconoscimento ma anche e soprattutto un simbolo ben più profondo che ne definisce ruolo e personalità.

Il calcio delle donne: dall'Inghilterra a tutto il mondo

Per parlare di presenza femminile nel mondo del calcio è necessario tornare indietro nella storia, più precisamente ai primi decenni del XX secolo.

L’assenza degli uomini, impegnati sul fronte a seguito dello scoppio della Prima guerra mondiale, porta le donne a venire chiamate a lavorare nelle fabbriche al fine di sostituirli. È proprio in tale occasione che, in Inghilterra, più precisamente nella fabbrica di munizioni Dick Ferr di Preston, viene costituita la squadra di calcio femminile delle “Signore del Kerr“. Come momento di svago successivo al lavoro o concomitante alle pause lavorative, infatti, alcune operaie scendono in campo e cominciano a giocare a calcio, scoprendosi particolarmente brave in questo sport.

La squadra inglese delle “Signore del Kerr” è solo la prima manifestazione concreta e ufficiale che costituisce un connubio, precedentemente purtroppo giudicato impensabile, tra donna e pallone. Nonostante l’interdizione da parte della Football Association, nel 1921, del gioco del calcio alle donne perché considerato inadatto, il successo del football in rosa non si ferma.

Dall’Inghilterra quindi il fenomeno del calcio delle donne, seppur timidamente, si espande anche nel resto dell’Europa, in Paesi come Scozia e Francia; la sua diffusione, tuttavia, include nel tempo anche altri luoghi, tra i quali per esempio l’America, dove oggi il calcio femminile è riconosciuto quale sport di grande riscontro.

Prime donne a giocare a calcio

La realtà italiana

Ma qual è la storia del calcio femminile nel nostro Paese?

Il suo riconoscimento in Italia si riscontra per la prima volta a Milano, nel 1930, con la fondazione del Gruppo Femminile Calcistico. Tuttavia, l’ufficialità dello sport per le donne si registra solamente nel 1968, con la nascita della FICF, la Federazione Italiana Calcio Femminile. È proprio il 1968, infatti, l’anno nel quale viene organizzato il primo campionato nazionale. La competizione, giocata nel periodo maggio-settembre e che vide disputarsi ben dieci squadre, venne vinta dal Genova che ebbe la meglio sulla Roma.

Se la FICF rappresenta la prima federazione ufficiale in termini di calcio in rosa, è solo con la FIFGC, Federazione Italiana Femminile Giuoco Calcio, che il football femminile si costituisce al suo interno di un’organizzazione più sostanziale. È solo con essa, infatti, che vengono istituite la serie A e la serie B. Nel 1972, poi, a seguito del consolidamento di entrambe le realtà nella FFIUGC, Federazione Femminile Italia Unica Giuoco Calcio, accanto ai campionati nazionali di serie A e di serie B, troviamo anche i campionati di serie C e D nonché attività giovanili a livello regionale.

Un buon riscontro, dunque, per il calcio femminile, un mondo che tuttavia ha voglia di venire riconosciuto maggiormente, soprattutto in Italia. Se è vero che i Campionati mondiali di calcio femminile disputatisi nel 2019 hanno finalmente avvicinato una percentuale di pubblico non indifferente, è anche vero che il calcio delle donne è caratterizzato da persone di grande talento e da grandi successi, i quali è giusto e doveroso che emergano ancora e sempre di più.